La storia del Leonberger


IL LEONBERGERE IN ITALIA di Fabrizio Bonanno

Dalla natia Germania il Leonberger si è gradualmente diffuso in tutto il mondo in virtù delle sue peculiarità somatiche nonché del suo carattere sereno ed equilibrato che gli consente di essere amabilissimo con i familiari  e nel contempo ottimo guardiano della proprietà.
Nel numeroso gruppo dei grandi molossoidi, il Leonberger si distingue per il gradevolissimo aspetto estetico dove armonia e potenza si fondono mirabilmente.
Nell’Italia post-bellica si ha notizia di un primo Leonberger, il campione Cecil v. Bildstockle, di Daniela Visioli.
Nel 1961 i compiantNei coniugi
Piera e Giannino Bonazzola di Varese, che devono essere ricordati come i primi allevatori della razza in Italia, importarono dalla Germania il maschio Bodo v. Tuttlingen, soggetto di buona mole, di buon tipo, espressione e colore, qualità che potevano compensare una linea dorso – lombare non corretta a causa di una marcata insellatura.
Bodo divenne campione italiano, internazionale e monegasco; accoppiato con la femmina
Betty v. Waldfrieden ( anch’essa di proprietà dei signori Bonazzola) produsse la prima cucciolata nata in Italia,. Solamente la femmina Aska rimase presso i Bonazzola, mentre gli altri cuccioli, dato che la razza  era ancora pressochè sconosciuta in Italia, non riuscirono ad essere ceduti e vennero quindi portati in Germania.
Nel 1965, sempre da Bodo e Betty, nacque un’altra cucciolata in cui si distinse
Baia, una bella femmina che divenne campionessa di bellezza al pari del fratello Buck ,soggetto di imponente ossatura ma completamente privo di maschera (l’assenza di maschera all’epoca era ammessa dallo standard). Buck fu ceduto all’Avvocato Domenico Melocchi di Varese. (Baia e Buck)

Verso la metà degli anni settanta, Piera Bonazzola, nel frattempo rimasta vedova, iportò dalla Germania il maschio Ramses v. Donautal (Barry v. d. Danubia X  Quinty v. Donautal), soggetto di statura vantaggiosa ma di un colore crema – pallido che era al limite della tipicità.
Nonostante questo grave difetto Ramses divenne campione italiano di bellezza.
Ramses ebbe una cucciolata con la femmina Caty del Monte Scalambra (Ch. Chingo X Edle v. Guten Lowen) del DR. Vittorio Paci di Milano.

Quasi contemporaneamente la signora Bonazzola importò la splendida femmina Aima v. Grunen Felsen, caratterizzata da una mole imponente, da un’ottima testa, da una bellissima espressione femminile e da un ottimo mantello. Alma, figlia del noto Cesar v. d. Schwabischen Alb X Anka v. Rostal, fu meritatamente proclamata campionessa italiana di bellezza ma purtroppo non potè avere discendenza.

L’ultimo soggetto importato da Piera Bonazzola fu il maschio Zimba v. Konigsstein, detto Reno, anch’esso proclamato campione di bellezza sia italiano che internazionale, soggetto solido, di ottimo tipo, con un ottimo mantello ed una testa dai giusti rapporti ma dall’espressione non ideale perché un po’ corrucciata a causa di una maschera leggermente bassa.

Dall’accoppiamento, effettuato in stretta consanguineità, dal già citato Bodo v. Tuttlingen X Aska, nacque l’ottimo ed imponente campione Chingo di proprietà dell’Ing. Aurelio Leone di Roma che poi, con l’affisso “del Monte Scalambra”, ebbe alcune cucciolate di Leonberger e di Cani da Montagna dei Pirenei.

Aurelio Leone importò dalla Germania Edle v. Guten Lowen che accoppiata con il campione Chingo diede il bellissimo campione Alexio ( dei coniugi Federica e Fabrizio Bonanno, titolari dell’allevamento “di Roccascura”) che fu giudicato al clubsiger di Leonberg “soggetto di proporzioni ideali”.
Alexio non ebbe discendenza perché colpito da una spondilartrosi iperostosante che lo condusse alla paralisi ed alla morte.

Nel 1973, i Bonanno importano dalla Svizzera due femmine divenute  entrambe campionesse italiane di bellezza, Annabella v. Galm (figlia del bellissimo campione Arras v. Krametsbuhl ,che possedeva l’ideale espressione della razza, e di Bora v. d. Danubia) e Maja v. Bernerland (Aladin v. Guten Lowen X Cora v. d. Schwabischen Alb).

Annabella era una femmina di ottima mole e corrette proporzioni con un colore fulvo carbonato particolarmente bello; dal padre aveva ereditato la tipicissima espressione.

Accoppiata con il campione svizzero ed internazionale Kolya v. Bernerlad, diede il campione italiano Abbondio di Roccascura (di proprietà di Vito Viganò di Varese) morto prematuramente prima di conseguire l’ultimo titolo per la proclamazione di campione internazionale.

Da Annabella v. Galm X Eno del Monte Scalambra nacque la bella campionessa Carlotta di Roccascura. Una sorella di cucciolata, Cocotte di Roccascura , fu esportata in Germania presso l’allevamento v. Guten Lowen.

Dalla campionessa Maja v. Bernerland e dal campione internazionale Zorro v. Goldenen Lowen nacque il campione Baldovino di Roccascura (di Antonella Botti), soggetto di ottime proporzioni, dal mantello fulvo di ottima lunghezza e tessitura.

Anche il campione Almand v. Feuerbach (Gyurcitarian Iwaniwitch X Carin v. Wildpark), soggetto caratterizzato da una testa molto tipica, un buon mantello e buone proporzioni ma che avrebbe dovuto possedere una struttura più massiccia, entrò a far parte dell’allevamento di Roccascura dove riprodusse qualche soggetto di buon tipo, tra cui Elena di Roccascura (Allmand v. Feuerbach X Annabella v. Galm) che accoppiata con Baldovino di Roccascura diede l’ottimo campione Leandro di Roccascura (di Rodolfo Federigi.

Nel 1984 l’allevamento di Roccascura importò le sorelle Diva e Domina Lowen v. Wurttenberg (allevate da Roland Etzel, proprietario del celeberrimo campione Chipsy v. Theresinhoff, in assoluto uno dei migliori esemplari della razza in virtù delle proporzioni perfette).

In quegli anni in Italia nascono poche cucciolate ma un certo numero di soggetti viene importato da appassionati cinofili sia dalla Svizzera che dalla Germania.

Verso la fine degli anni ottanta sorgono in Italia altri allevamenti, “Berljon” del dr. Guido Perosino; “Daunbailoodei coniugi Brunella e Maurizio Carpani in lombardia; “Bursztynowya” di Maria Skalinska Petrelli.